Esami del sangue: come l’attività fisica ti frega
Perché è importante considerare l’attività fisica prima degli esami ematici
Quando si programma un prelievo per gli esami del sangue, ci si concentra spesso su aspetti come il digiuno, l’orario del prelievo e l’assunzione di farmaci. Tuttavia, c’è un altro elemento, spesso sottovalutato, che può influire in modo significativo sui risultati di laboratorio: l’attività fisica.
Fare esercizio fisico, specialmente se intenso o ravvicinato rispetto al prelievo, può alterare diversi parametri ematochimici, portando a risultati che potrebbero essere interpretati come anomali pur in assenza di una reale patologia. Questo vale non solo per gli sportivi professionisti, ma anche per chi pratica sport amatoriale e, attenzione, anche per chi svolge lavori manuali pesanti, un aspetto che approfondiremo più avanti.
Comprendere l’impatto dell’esercizio sul sangue è fondamentale per evitare diagnosi errate o inutili ripetizioni degli esami. In questo articolo approfondiremo:
- Quali sono gli esami ematici più influenzati dall’attività fisica
- Come e perché si verificano queste alterazioni
- Le tempistiche ideali per l’allenamento o il lavoro manuale in relazione al prelievo
- Consigli pratici su come prepararsi correttamente
Scopriamo insieme tutto quello che è utile sapere!
L’attività fisica e i suoi effetti sistemici sul corpo
Per comprendere perché l’esercizio fisico e i lavori manuali influenzano gli esami del sangue, dobbiamo considerare i profondi cambiamenti fisiologici che questi sforzi generano nell’organismo. Durante l’attività fisica o uno sforzo lavorativo impegnativo, il corpo attiva numerosi meccanismi di adattamento:
- Aumento della frequenza cardiaca e della ventilazione polmonare
- Attivazione del sistema nervoso simpatico
- Rilascio di ormoni come adrenalina, cortisolo e glucagone
- Mobilizzazione di energia dai depositi di glicogeno muscolare e dal tessuto adiposo
Questi processi assicurano ai muscoli l’energia necessaria per sostenere lo sforzo, ma allo stesso tempo si riflettono nei valori di laboratorio, che possono risultare alterati se il prelievo avviene troppo vicino all’attività fisica o al lavoro pesante.
Quali esami del sangue possono essere alterati dall’attività fisica o da lavori manuali pesanti?
1. Enzimi muscolari: CPK e LDH
L’esercizio fisico intenso e i lavori manuali prolungati possono provocare micro-lesioni muscolari, con conseguente rilascio di:
- Creatinfosfochinasi (CPK o CK), specialmente la frazione muscolare CK-MM
- Lattato deidrogenasi (LDH)
Valori elevati possono simulare condizioni patologiche come infarto miocardico o rabdomiolisi, se non si tiene conto dello sforzo recente.
2. Glicemia
Durante l’attività fisica o il lavoro manuale, il corpo consuma più glucosio. Questo può abbassare temporaneamente la glicemia. Tuttavia, in caso di sforzo acuto e intenso, lo stress può causare un rialzo della glicemia per effetto del cortisolo e dell’adrenalina.
3. Lattato ematico
Lo sforzo fisico intenso aumenta la produzione di lattato, un indicatore di metabolismo anaerobico. Anche i lavori fisici ripetuti o continuativi possono elevarne il livello.
4. Globuli bianchi e conta ematica
Sia l’attività sportiva che il lavoro manuale impegnativo possono determinare:
- Leucocitosi transitoria, dovuta alla mobilizzazione dei globuli bianchi
- Aumento dell’ematocrito e dell’emoglobina per emoconcentrazione da sudorazione
- Incremento delle piastrine (trombocitosi transitoria)
5. Funzionalità renale: creatinina e azotemia
A causa del maggiore catabolismo muscolare e della possibile disidratazione, si possono osservare:
- Aumento della creatinina
- Incremento dell’azotemia
6. Ormoni dello stress
Cortisolo, adrenalina, noradrenalina e ormone della crescita possono risultare temporaneamente aumentati.
7. Profilo lipidico
L’attività fisica regolare migliora il profilo lipidico a lungo termine, ma subito dopo l’esercizio o un intenso sforzo fisico, i trigliceridi possono essere alterati, rendendo il profilo lipidico meno affidabile.
Attenzione anche ai lavoratori manuali pesanti
Il corpo non distingue tra allenamento e lavoro fisico
È essenziale sottolineare che l’organismo risponde in modo simile sia all’attività sportiva sia ai lavori manuali intensi. I lavoratori di settori come l’edilizia, l’agricoltura, la movimentazione merci o la manutenzione industriale sono sottoposti quotidianamente a sforzi muscolari rilevanti e ripetuti.
Questi sforzi, proprio come l’attività sportiva, provocano:
- Aumento di CPK e LDH
- Possibile disidratazione e conseguente emoconcentrazione
- Leucocitosi transitoria
- Variazioni della creatinina e dell’azotemia
- Fluttuazioni della glicemia
Raccomandazioni specifiche
Per chi svolge lavori manuali pesanti è consigliabile:
- Evitare, se possibile, di lavorare nelle 12-24 ore prima degli esami del sangue.
- Effettuare il prelievo prima dell’inizio del turno di lavoro, così da essere a riposo.
- Idratarsi adeguatamente prima degli esami.
- Informare il personale sanitario riguardo all’attività fisica o lavorativa recente.
Nota importante: anche una giornata lavorativa normale può incidere sugli esami, se particolarmente impegnativa dal punto di vista muscolare o eseguita in condizioni ambientali difficili (caldo, umidità).
Quanto tempo aspettare tra attività fisica (o lavoro manuale) ed esami del sangue?
Le linee guida suggeriscono:
- Evitare sforzi intensi almeno 24-48 ore prima del prelievo.
- Per attività moderata o lavori fisici non eccessivi, attendere almeno 12 ore.
La situazione ideale resta sempre programmare gli esami al mattino, prima di qualsiasi attività, così da ottenere valori basali attendibili.
Consigli pratici per una corretta preparazione
- Evita sport e lavori fisici impegnativi il giorno prima del prelievo.
- Assicurati di essere ben idratato.
- Comunica sempre eventuali sforzi fisici recenti al personale di laboratorio.
- Se i risultati risultano alterati e hai svolto attività intensa, valuta di ripetere gli esami dopo alcuni giorni di riposo.
Conclusioni
Attività fisica e lavoro manuale pesante sono entrambe componenti della vita quotidiana che, se non considerate al momento degli esami ematici, possono portare a risultati inattendibili e a potenziali errori diagnostici.
Per garantire l’affidabilità dei test e la corretta interpretazione dei risultati, è fondamentale programmare il prelievo in condizioni di riposo, mantenere una buona idratazione e informare sempre il personale sanitario di eventuali sforzi compiuti prima del prelievo.
Ricorda: una semplice precauzione può evitare inutili preoccupazioni e ripetizioni degli esami.
Bibliografia
Vedi le fonti utilizzate
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