La scuola come laboratorio di inclusione
Competenze Psicopedagogiche per il Docente Inclusivo
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La progettazione per competenze, oggi, rappresenta uno dei pilastri fondamentali del rinnovamento didattico nella scuola italiana. Essa si concretizza nella Unità Didattica di Apprendimento (UDA), uno strumento che permette di tradurre gli obiettivi formativi in percorsi operativi e osservabili, capaci di unire teoria e pratica, apprendimento e valutazione, dimensione individuale e collaborazione di gruppo. La sua funzione non è più quella di trasmettere nozioni, ma di costruire situazioni di apprendimento autentiche, che consentano agli studenti di sviluppare competenze trasversali e disciplinari in contesti significativi.
Nel quadro delle politiche nazionali per la formazione degli insegnanti di sostegno e per l’inclusione, l’UDA si pone come strumento privilegiato per attuare i principi dell’Universal Design for Learning (UDL) e del Piano Educativo Individualizzato (PEI), permettendo di calibrare gli obiettivi didattici sulle potenzialità e sui bisogni di ogni studente. Ogni attività, infatti, deve essere costruita affinché nessun alunno resti escluso: l’accessibilità dei materiali, la varietà dei canali comunicativi, la cooperazione tra pari e l’autovalutazione diventano componenti strutturali del processo formativo.
La lezione da cui nasce questo approfondimento si colloca nella fase conclusiva del percorso di formazione promosso da INDIRE, volto a formare docenti e aspiranti docenti in materia di didattica inclusiva. Si tratta di un percorso complesso che comprende insegnamenti teorici, laboratori e prove intermedie, il cui obiettivo non è solo la valutazione delle conoscenze acquisite ma la capacità di applicarle alla pratica scolastica quotidiana. Gli esami previsti – in modalità mista tra quesiti a risposta multipla e prove di progettazione – mirano a verificare competenze concrete: saper costruire un’UDA coerente, saper interpretare i bisogni educativi di una classe eterogenea, saper leggere le linee guida ministeriali e tradurle in strategie operative.
Un punto cruciale, più volte sottolineato nelle esperienze riportate, riguarda la dimensione collegiale della progettazione. L’UDA, infatti, non è un documento isolato ma nasce da un lavoro di squadra tra docenti di diverse discipline, coordinatori, insegnanti di sostegno e, sempre più spesso, figure dell’orientamento e dell’inclusione. Ogni contributo concorre alla definizione di un percorso unitario che tiene insieme le discipline, le metodologie, i criteri di valutazione e la prospettiva inclusiva.
Nel contesto scolastico attuale, spesso caratterizzato da classi numerose e da una molteplicità di bisogni educativi, questa visione integrata consente di evitare che la didattica resti frammentata o limitata a singoli interventi individuali. L’UDA, al contrario, promuove una visione sistemica dell’apprendimento, dove la collaborazione tra docenti diventa la chiave per rendere efficace e sostenibile l’inclusione.
Infine, emerge un altro aspetto centrale: la necessità di criteri valutativi chiari e condivisi. L’adozione di prove a risposta multipla o di strumenti digitali per la verifica, pur dettata da esigenze organizzative nei corsi di formazione, apre un dibattito più ampio sul significato della valutazione nella scuola inclusiva. Valutare non deve equivalere a classificare, ma a comprendere e valorizzare il percorso di apprendimento di ciascuno. L’UDA, se ben progettata, diventa così anche strumento di valutazione formativa, capace di accompagnare e sostenere la crescita di ogni studente.
Struttura e principi metodologici dell’UDA inclusiva
La progettazione di un’Unità Didattica di Apprendimento (UDA) non è un mero esercizio formale, ma il risultato di una riflessione didattica che intreccia obiettivi educativi, strategie metodologiche e strumenti di valutazione. Ogni UDA deve essere pensata come un percorso dinamico, capace di trasformarsi in base al contesto, alle risorse e alle esigenze degli studenti. Le Linee guida ministeriali e la letteratura pedagogica concordano nell’indicare tre caratteristiche fondamentali di un’UDA ben strutturata: coerenza, inclusività e verificabilità.
1. La coerenza interna del progetto
Ogni UDA inizia con un titolo che ne sintetizza il tema centrale e definisce la cornice di senso. Segue una contestualizzazione, che spiega il contesto disciplinare, il livello scolastico e la classe a cui è destinata. È una fase cruciale perché consente di legare il percorso didattico agli obiettivi del curricolo e agli assi culturali di riferimento (linguistico, matematico-scientifico, storico-sociale, tecnologico). La coerenza si misura nella capacità di mantenere un filo conduttore tra competenze attese, attività proposte e strumenti di valutazione. In altre parole, ciò che si insegna deve corrispondere a ciò che si valuta e ciò che si valuta deve riflettere ciò che si è appreso.
2. L’inclusione come principio fondativo
Nella prospettiva dell’educazione inclusiva, ogni UDA deve essere progettata tenendo conto dei diversi stili cognitivi e canali comunicativi. Ciò significa prevedere attività accessibili a tutti, con materiali adattati, strumenti compensativi e modalità di partecipazione diversificate. Il riferimento teorico più importante è l’Universal Design for Learning (UDL), approccio promosso dal Center for Applied Special Technology (CAST) e recepito anche nelle linee guida italiane del MIUR (2021).
Secondo l’UDL, ogni progetto didattico dovrebbe offrire:
- molteplici modalità di rappresentazione dei contenuti (visiva, uditiva, tattile, digitale);
- molteplici modalità di azione ed espressione, per consentire agli studenti di dimostrare ciò che sanno in modi diversi;
- molteplici modalità di coinvolgimento, che stimolino la motivazione e la partecipazione attiva.
Questo paradigma supera la logica dell’adattamento successivo per studenti con disabilità, favorendo fin dall’inizio un ambiente di apprendimento flessibile e universale.
3. Le fasi operative dell’UDA
La progettazione operativa prevede generalmente quattro fasi, che possono variare in base al grado scolastico:
- Fase teorica – Introduzione degli argomenti, lezioni frontali o dialogate, analisi di problemi reali.
- Fase laboratoriale – Applicazione pratica delle conoscenze, lavoro cooperativo, produzione di materiali concreti o digitali.
- Compito autentico – Realizzazione di un prodotto o progetto che simuli una situazione reale, in cui gli studenti dimostrano le competenze acquisite.
- Valutazione e autovalutazione – Analisi dei risultati, riflessione sul processo, eventuale revisione del percorso.
Questa struttura permette di alternare momenti di insegnamento diretto a situazioni di apprendimento attivo, in cui la cooperazione e la problematizzazione diventano strumenti formativi. L’attenzione all’autovalutazione, in particolare nella scuola secondaria, è un elemento chiave: permette agli studenti di sviluppare consapevolezza metacognitiva, cioè la capacità di analizzare come apprendono e di migliorare la propria performance.
4. Il ruolo dei docenti e della collaborazione interdisciplinare
L’UDA inclusiva nasce dalla sinergia tra docenti. Nelle esperienze più virtuose, ogni insegnante contribuisce con la propria disciplina alla costruzione di un progetto comune, in cui gli apprendimenti si intrecciano attorno a un tema trasversale. La collaborazione tra il docente curricolare e il docente per l’inclusione (nuova denominazione del sostegno secondo l’orientamento normativo recente) è particolarmente significativa: quest’ultimo funge da mediatore pedagogico, aiutando il consiglio di classe a progettare attività accessibili e inclusive per tutti, non solo per gli studenti con disabilità certificata.
Il lavoro collegiale consente inoltre di individuare strategie personalizzate e di monitorare costantemente il livello di partecipazione, favorendo l’inclusione reale e non solo formale.
Esempi pratici di UDA inclusive
1. L’UDA per studenti con disabilità visiva: apprendere con il tatto e la voce
Un esempio emblematico di didattica inclusiva riguarda la progettazione di un’Unità Didattica di Apprendimento per studenti con disabilità visiva, ambientata in un istituto tecnico a indirizzo meccanico. Il tema, “Le leve e i sistemi meccanici”, permette di affrontare in modo interdisciplinare concetti di fisica, matematica e disegno tecnico.
L’UDA prevede un monte ore complessivo di circa 20 ore, articolate in lezioni teoriche, attività laboratoriali e verifica finale. Gli studenti, divisi in gruppi, sono chiamati a trasformare i concetti teorici in prodotti concreti, sviluppando contemporaneamente competenze tecniche e relazionali.
Per l’alunna con cecità totale viene adottato un approccio basato sull’apprendimento multisensoriale: le attività prevedono la creazione di modelli audio-tattili che rappresentano le leve, permettendo di esplorare la struttura e il funzionamento dei sistemi meccanici attraverso il tatto e l’ascolto. Questa metodologia valorizza le capacità logico-verbali e uditive dello studente, favorendo un apprendimento attivo e significativo.
Le discipline coinvolte comprendono:
- Fisica e matematica, per lo studio dei principi di equilibrio e calcolo dei momenti;
- Disegno tecnico, per la rappresentazione grafica e digitale dei sistemi meccanici;
- Italiano, per la produzione di relazioni tecniche e la presentazione orale dei risultati;
- Tecnologie meccaniche e laboratorio CAD, per la realizzazione dei prototipi e delle simulazioni digitali.
Le strategie didattiche includono il cooperative learning, la co-costruzione dei materiali didattici accessibili, e l’uso di software CAD semplificati. I docenti hanno il compito di fornire un feedback continuo e di accompagnare gli studenti nello sviluppo di competenze metacognitive, attraverso attività di autovalutazione e riflessione sul processo.
La valutazione si articola su più livelli:
- formativa, durante le fasi di progettazione e laboratorio;
- sommativa, nella verifica del prodotto finale e della sua presentazione;
- autovalutativa, in cui ogni studente riflette sul proprio contributo e sulle competenze acquisite.
L’inclusione viene valutata anche in termini qualitativi: quanto il gruppo è riuscito a coinvolgere lo studente non vedente, se i materiali sono stati realmente accessibili e se la collaborazione ha favorito la partecipazione di tutti. Questa impostazione dimostra come un compito autentico, centrato sulla cooperazione e sull’adattamento dei linguaggi, possa diventare un’esperienza formativa condivisa, capace di rendere la differenza un valore aggiunto per la classe.
2. L’UDA per studenti con disabilità uditiva: comunicare in modo accessibile
Un secondo esempio riguarda una UDA sull’educazione alla comunicazione efficace, sviluppata in un istituto professionale a indirizzo economico-commerciale. L’obiettivo generale è far comprendere agli studenti come la comunicazione incida nei rapporti professionali, giuridici e aziendali, promuovendo l’uso di linguaggi accessibili e inclusivi.
Il percorso, della durata di 25 ore, coinvolge le discipline di diritto, economia aziendale e tecniche di comunicazione. La classe è composta da 18 studenti, di cui una con disabilità uditiva che utilizza la Lingua dei Segni Italiana (LIS) e supporti digitali per la trascrizione automatica.
L’UDA si apre con una riflessione su come comunicare efficacemente in contesti lavorativi misti, dove possono esserci clienti o colleghi con barriere sensoriali. Gli studenti, organizzati in gruppi, progettano la simulazione di una piccola azienda: devono redigere documenti commerciali accessibili, creare presentazioni multimediali sottotitolate e realizzare un video promozionale con traduzione in LIS.
Attraverso il role play, simulano trattative e colloqui professionali, sperimentando diverse strategie comunicative. L’esperienza, oltre a potenziare le competenze professionali, promuove la cittadinanza digitale e la consapevolezza dei diritti comunicativi delle persone con disabilità.
Tra le competenze trasversali sviluppate:
- comunicare efficacemente in diversi linguaggi e contesti;
- collaborare in gruppo utilizzando strumenti digitali;
- adattare il linguaggio ai destinatari e alle barriere comunicative;
- utilizzare le tecnologie come strumenti di inclusione.
Gli strumenti previsti comprendono computer, software di videoscrittura e fogli di calcolo, piattaforme di sottotitolazione automatica e strumenti di traduzione LIS. Gli ambienti di apprendimento includono aule multimediali, laboratori di informatica e spazi di simulazione aziendale.
La valutazione considera la qualità dei prodotti realizzati, la padronanza dei linguaggi tecnico-professionali, la capacità di collaborazione e l’efficacia comunicativa. Per la studentessa con disabilità uditiva si privilegiano le prove scritte e multimediali, con particolare attenzione all’uso corretto degli strumenti di supporto e alla partecipazione attiva alle fasi di gruppo.
Attraverso questa esperienza, gli studenti sperimentano in modo concreto i principi dell’accessibilità universale e comprendono che una comunicazione efficace è, prima di tutto, una comunicazione inclusiva.
Dalla progettazione alla valutazione: criteri, strumenti e competenze chiave
La valutazione, all’interno di una Unità Didattica di Apprendimento, non rappresenta la fase conclusiva del percorso, bensì un processo continuo che accompagna l’apprendimento in tutte le sue fasi. Nell’ottica inclusiva, il suo scopo non è classificare gli studenti ma promuovere la crescita personale e professionale di ciascuno, riconoscendo il valore del percorso compiuto, l’impegno e la partecipazione.
1. La valutazione formativa e sommativa
In una UDA ben strutturata, le modalità di verifica si articolano in tre livelli complementari:
- Valutazione formativa, che si svolge durante tutto il processo. Serve a monitorare i progressi, rilevare eventuali difficoltà e fornire feedback tempestivi. È la forma più efficace per personalizzare l’insegnamento e sostenere la motivazione degli studenti.
- Valutazione sommativa, che coincide con la misurazione dei risultati finali attraverso prove scritte, orali o pratiche. Deve essere coerente con gli obiettivi dichiarati e con i criteri di competenza stabiliti in fase progettuale.
- Autovalutazione, che consente allo studente di riflettere sui propri progressi e sul modo in cui ha affrontato le attività, imparando a riconoscere i propri punti di forza e le aree di miglioramento.
Questa triplice dimensione permette di spostare l’attenzione dal voto al valore del processo, in linea con le indicazioni europee sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente.
2. Strumenti per una valutazione autentica
La valutazione autentica si fonda su compiti di realtà e su criteri osservabili che riguardano non solo il sapere, ma anche il saper fare e il saper essere. Gli strumenti più utilizzati comprendono:
- Griglie di osservazione e rubriche di valutazione, che descrivono i livelli di padronanza per ciascuna competenza.
- Portfolio individuali, dove gli studenti raccolgono evidenze del proprio apprendimento: schede, prodotti digitali, relazioni, fotografie o video dei lavori svolti.
- Schede di autovalutazione, spesso condivise anche con i compagni o i docenti, che aiutano a costruire una consapevolezza metacognitiva.
- Prove di performance (come il role play o il compito autentico), in cui lo studente dimostra le competenze acquisite in contesti realistici.
Nella prospettiva inclusiva, la valutazione deve essere anche accessibile e flessibile, prevedendo tempi personalizzati, strumenti compensativi e modalità alternative di verifica per gli studenti con bisogni educativi speciali. L’uso di strumenti digitali – ad esempio piattaforme interattive, applicazioni per la trascrizione automatica o mappe concettuali digitali – consente di ampliare le possibilità di partecipazione e di espressione.
3. Le competenze chiave europee e la trasversalità dei saperi
Ogni UDA dovrebbe far riferimento alle competenze chiave per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento Europeo (2018), che rappresentano la base comune per la cittadinanza attiva e la realizzazione personale. Tra le più rilevanti in prospettiva inclusiva:
- Competenza alfabetica funzionale, che include la padronanza linguistica in contesti diversi, anche digitali e multilinguistici;
- Competenza matematica e scientifica, intesa come capacità di applicare concetti astratti alla risoluzione di problemi concreti;
- Competenza digitale, che oggi significa anche saper utilizzare le tecnologie come strumenti di accessibilità;
- Competenze sociali e civiche, che riguardano la collaborazione, la responsabilità e l’empatia;
- Imparare a imparare, cioè la consapevolezza del proprio processo di apprendimento;
- Spirito di iniziativa e imprenditorialità, che si sviluppa nei compiti autentici attraverso la progettazione e la gestione di progetti.
Integrare queste competenze all’interno delle UDA consente di superare la frammentazione disciplinare e di restituire agli studenti un apprendimento connesso alla vita reale. In questo senso, la progettazione per competenze diventa una forma di educazione alla complessità, dove il sapere non è un fine in sé, ma uno strumento per comprendere, agire e migliorare la realtà.
4. La valutazione dell’inclusione
Uno degli aspetti più innovativi introdotti dalle recenti linee guida è la valutazione dell’inclusività stessa del percorso didattico. Non si valuta solo il rendimento dello studente con disabilità, ma quanto la classe e i docenti siano riusciti a costruire un contesto realmente partecipativo. Indicatori utili possono essere:
- il livello di collaborazione tra pari;
- la presenza di adattamenti significativi nei materiali e nelle attività;
- la frequenza dei feedback bidirezionali (docente-studente e tra studenti);
- il grado di autonomia e di protagonismo raggiunto da ciascun alunno.
L’inclusione, dunque, non è un’aggiunta ma una condizione strutturale della qualità didattica. Una scuola è inclusiva non solo quando accoglie, ma quando riesce a far fiorire le potenzialità di tutti.
Box pratici riassuntivi
Punti chiave
- L’Unità Didattica di Apprendimento (UDA) è il cuore della didattica per competenze: trasforma conoscenze teoriche in esperienze di apprendimento autentiche.
- Ogni UDA deve essere inclusiva, cioè accessibile a tutti gli studenti, indipendentemente da eventuali disabilità o differenze di apprendimento.
- La progettazione efficace richiede coerenza tra obiettivi, attività e valutazione, oltre a una forte collaborazione interdisciplinare.
- L’uso del modello Universal Design for Learning (UDL) garantisce flessibilità e pari opportunità di accesso ai contenuti.
- La valutazione deve essere continua, formativa e riflessiva, integrando anche l’autovalutazione e la verifica dell’inclusione.
Errori comuni
- Redigere UDA solo come documenti burocratici, senza reale applicazione in classe.
- Limitarsi ad adattare attività per studenti con disabilità invece di progettare per tutti.
- Confondere la valutazione con la mera assegnazione di voti numerici, trascurando il valore del processo.
- Usare schede o griglie standard senza adattarle al contesto reale della classe.
- Mancanza di dialogo tra docenti di sostegno e curriculari, che compromette la coerenza del progetto.
Checklist per la progettazione inclusiva
- Il titolo e il contesto dell’UDA sono chiari e coerenti con gli obiettivi del curricolo.
- Sono esplicitate le competenze disciplinari e trasversali da sviluppare.
- Le attività prevedono diverse modalità di partecipazione (UDL).
- Sono stati scelti strumenti accessibili (materiali digitali, mappe, audio, sottotitoli).
- È definita una valutazione multilivello (formativa, sommativa, autovalutativa).
- È prevista una riflessione sull’inclusione come criterio di qualità dell’UDA.
- È presente un prodotto finale autentico che valorizza la collaborazione.
Suggerimenti operativi
- Coinvolgi gli studenti nella definizione degli obiettivi: aumenta motivazione e senso di appartenenza.
- Integra nella progettazione momenti di osservazione sistematica e feedback reciproci.
- Valorizza la tecnologia assistiva (software vocali, strumenti di sottotitolazione, mappe digitali).
- Inserisci nella programmazione annuale almeno una UDA interdisciplinare con finalità inclusive, collegata agli obiettivi dell’Agenda 2030 (educazione di qualità, uguaglianza, sostenibilità).
- Crea una rubrica condivisa di valutazione che permetta a tutti i docenti del consiglio di classe di leggere e monitorare in modo unitario il percorso.
Fonti e letture consigliate
- MIUR – Linee guida per l’inclusione scolastica (2022).
- INDIRE, “La progettazione per competenze e il modello UDA”, portale Avanguardie Educative (2023).
- CAST (Center for Applied Special Technology), Universal Design for Learning Guidelines (versione 3.0, 2018).
- Parlamento Europeo e Consiglio UE, Raccomandazione sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente (2018).
- D.Lgs. 66/2017 e D.Lgs. 96/2019 – Normativa italiana sull’inclusione scolastica.
- UNESCO, Education for All – Inclusive Education Framework (2020).

