Come Raccogliere il liquido seminale

Introduzione

La salute riproduttiva maschile rappresenta una componente fondamentale del benessere globale dell’individuo, con implicazioni che spaziano dalla sfera personale e relazionale fino a quella sociale e sanitaria. Tuttavia, rispetto alla salute riproduttiva femminile, riceve spesso minore attenzione, sia in termini di prevenzione che di approfondimento diagnostico. In questo contesto, la raccolta e l’analisi del liquido seminale giocano un ruolo essenziale per la valutazione della fertilità maschile e per la diagnosi di eventuali patologie dell’apparato genitale. Due esami chiave per queste valutazioni sono lo spermiogramma e la spermiocoltura.

Lo spermiogramma consente di analizzare in modo approfondito parametri quali la concentrazione, la motilità, la morfologia e la vitalità degli spermatozoi, offrendo un quadro dettagliato della funzionalità spermatica. La spermiocoltura, invece, permette di rilevare la presenza di eventuali agenti patogeni nel liquido seminale, rappresentando uno strumento essenziale per l’identificazione e il trattamento di infezioni dell’apparato uro-genitale.

La precisione e l’affidabilità di entrambi gli esami dipendono in gran parte dalla qualità del campione raccolto. Per questo motivo, è fondamentale che la raccolta del liquido seminale avvenga seguendo una procedura rigorosa, standardizzata e priva di contaminazioni, secondo protocolli condivisi a livello internazionale. Errori nella fase pre-analitica — come tempi di astinenza non corretti, uso di contenitori non sterili o trasporto improprio del campione — possono compromettere l’intero processo diagnostico, portando a referti inattendibili e, di conseguenza, a interpretazioni cliniche fuorvianti.

Questo articolo intende essere una guida completa, dettagliata e aggiornata, pensata sia per i pazienti che si trovano per la prima volta ad affrontare questo tipo di indagine, sia per i professionisti sanitari coinvolti nella consulenza e nell’esecuzione degli esami. L’obiettivo è fornire informazioni chiare e basate su evidenze scientifiche, affinché ogni fase — dalla preparazione alla raccolta, dalla conservazione all’interpretazione dei risultati — sia eseguita in modo ottimale, nell’interesse della salute riproduttiva maschile e della qualità del percorso diagnostico.

Cos’è il liquido seminale e qual è la sua funzione biologica

Il liquido seminale, comunemente chiamato sperma, è una sostanza biologica complessa e altamente specializzata, prodotta dall’apparato genitale maschile e rilasciata durante l’eiaculazione. Sebbene venga spesso associato esclusivamente agli spermatozoi, in realtà solo una piccola parte del suo volume — circa il 5-10% — è costituita da queste cellule riproduttive. La restante parte è composta da una miscela di secrezioni provenienti da varie ghiandole accessorie, ognuna delle quali svolge una funzione fondamentale per garantire la vitalità, la nutrizione e la mobilità degli spermatozoi nel lungo e difficile percorso che li porterà, potenzialmente, alla fecondazione dell’ovocita.

In particolare:

  • I testicoli producono gli spermatozoi attraverso il processo di spermatogenesi.
  • Le vescicole seminali contribuiscono con circa il 60-70% del volume eiaculato, fornendo fruttosio (fonte energetica), prostaglandine e proteine coagulanti.
  • La prostata secerne un fluido leggermente acido, ricco di enzimi come la PSA (antigene prostatico specifico), che favorisce la liquefazione del coagulo seminale e facilita la mobilità degli spermatozoi.
  • Le ghiandole bulbo-uretrali (di Cowper) producono un muco alcalino che precede l’eiaculazione e ha il compito di neutralizzare l’acidità dell’uretra e del canale vaginale, migliorando così le condizioni ambientali per la sopravvivenza degli spermatozoi.

La principale funzione biologica del liquido seminale è, quindi, veicolare gli spermatozoi attraverso il tratto genitale femminile, garantendo nel contempo la loro protezione dagli agenti esterni, nutrizione, attivazione motoria e capacità di fecondazione. Questo fluido è anche una straordinaria fonte di informazioni cliniche: alterazioni nella sua composizione, nel pH, nella viscosità o nei parametri cellulari possono riflettere disfunzioni ormonali, infiammazioni, infezioni o anomalie strutturali delle vie seminali.

Inoltre, è ormai noto che lo stato di salute generale dell’uomo può influenzare in modo significativo la qualità del liquido seminale: fattori metabolici, ambientali, infettivi, ormonali e persino psicologici possono alterare profondamente la sua composizione e, di conseguenza, la fertilità maschile.

Lo spermiogramma: a cosa serve e quando si prescrive

Lo spermiogramma è il principale esame di laboratorio impiegato per valutare la fertilità maschile. Si tratta di un’analisi approfondita e standardizzata del liquido seminale, eseguita secondo i criteri internazionali definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’obiettivo dello spermiogramma è quello di fornire un quadro dettagliato della qualità e quantità degli spermatozoi, individuando eventuali alterazioni che possano compromettere la capacità fecondante.

L’esame analizza numerosi parametri fondamentali, tra cui:

  • Volume dell’eiaculato, che può indicare problemi di secrezione da parte delle vescicole seminali o della prostata.
  • Concentrazione degli spermatozoi (milioni per millilitro), utile a identificare condizioni come l’oligospermia o l’azoospermia.
  • Motilità degli spermatozoi, cioè la capacità di muoversi in modo progressivo e coordinato, indispensabile per raggiungere l’ovulo.
  • Morfologia degli spermatozoi, ovvero la percentuale con forma normale secondo i criteri rigorosi di Kruger.
  • Vitalità, che valuta la proporzione di spermatozoi vivi.
  • pH, viscosità e tempo di liquefazione, che possono indicare la presenza di infiammazioni o disfunzioni ghiandolari.

Quando viene richiesto?

Lo spermiogramma è prescritto in molteplici contesti clinici:

  • Indagine della fertilità di coppia, in presenza di difficoltà nel concepimento dopo 12 mesi di rapporti non protetti.
  • Controllo post-vasectomia, per confermare l’assenza di spermatozoi nell’eiaculato e quindi l’efficacia dell’intervento.
  • Monitoraggio di terapie ormonali o interventi chirurgici per l’infertilità maschile.
  • Valutazione di patologie testicolari, varicocele, infezioni genitali ricorrenti o traumi scrotali.
  • Screening pre-conservazione del liquido seminale, ad esempio in uomini sottoposti a trattamenti oncologici.

È importante sottolineare che un singolo spermiogramma non è sempre sufficiente per una diagnosi definitiva. A causa della naturale variabilità dei parametri seminali, è spesso necessario ripetere l’esame a distanza di 2–3 settimane per confermare un risultato alterato. Inoltre, l’interpretazione va sempre affidata a specialisti in andrologia o medicina della riproduzione, in collaborazione con biologi esperti di embriologia clinica.

La spermiocoltura: prevenzione e diagnosi di infezioni

La spermiocoltura è un esame microbiologico eseguito sul liquido seminale, finalizzato alla ricerca di microrganismi patogeni che possono colonizzare o infettare l’apparato genitale maschile. A differenza dello spermiogramma, che si concentra sull’analisi quantitativa e funzionale degli spermatozoi, la spermiocoltura ha lo scopo di individuare eventuali infezioni in atto — talvolta asintomatiche — che potrebbero compromettere la fertilità o causare danni strutturali alle vie seminali.

I microrganismi più frequentemente riscontrati in caso di infezione includono:

  • Enterobatteri (come Escherichia coli), spesso associati a prostatiti e epididimiti;
  • Mycoplasma hominis e Ureaplasma urealyticum, batteri atipici implicati in infiammazioni croniche;
  • Chlamydia trachomatis, uno degli agenti più comuni di infezione sessualmente trasmessa;
  • Candida spp., in soggetti immunocompromessi o in caso di terapie antibiotiche prolungate;
  • Altri patogeni opportunisti o rari, specie in presenza di sintomatologia persistente.

A cosa serve e quando si prescrive?

La spermiocoltura viene prescritta nei seguenti casi:

  • Sintomi genitourinari come dolore, bruciore, secrezioni, difficoltà minzionali, febbre o eiaculazione dolorosa;
  • Infertilità inspiegata, dove l’infezione cronica può essere la causa di alterazioni seminali non riconosciute;
  • Recidive di infezioni urogenitali, come prostatiti, uretriti o orchi-epididimiti;
  • Esiti anomali dello spermiogramma, quali leucocitospermia (presenza di globuli bianchi nel liquido seminale) o pH alcalino anomalo;
  • Controllo post-terapia antibiotica, per verificare l’avvenuta eradicazione dell’agente patogeno.

Un aspetto critico nella spermiocoltura è la necessità di raccogliere il campione in condizioni di sterilità rigorosa, evitando qualsiasi contaminazione da parte di batteri commensali della cute o della mucosa uretrale. Dopo l’incubazione in laboratorio, si valuta:

  • La presenza o assenza di crescita microbica significativa (espressa in Unità Formanti Colonie per ml);
  • Il tipo di batterio isolato;
  • L’antibiogramma, che indica la sensibilità o resistenza dell’agente ai diversi antibiotici, guidando la scelta terapeutica.

Va ricordato che non ogni crescita batterica richiede un trattamento: talvolta si tratta di contaminazioni transitorie o colonizzazioni asintomatiche. Solo lo specialista, in base al contesto clinico e ai risultati di laboratorio, può stabilire se l’infezione è clinicamente significativa e meritevole di cura.

Fattori che influenzano la qualità del campione

La qualità del liquido seminale raccolto per l’analisi è un elemento cruciale per l’affidabilità dei risultati dello spermiogramma e della spermiocoltura. Anche un campione tecnicamente raccolto in modo corretto può risultare non idoneo se il soggetto non ha seguito adeguatamente le indicazioni preparatorie o se sono presenti condizioni interferenti che ne alterano le caratteristiche chimiche, fisiche o microbiologiche.

I principali fattori che possono influenzare negativamente la qualità del liquido seminale includono:

  1. Durata dell’astinenza sessuale
    La durata ottimale dell’astinenza prima della raccolta è compresa tra 2 e 7 giorni. Un periodo più breve può ridurre il volume e la concentrazione degli spermatozoi, mentre un’astinenza troppo lunga può aumentare la percentuale di spermatozoi morti e diminuire la motilità, favorendo al contempo la proliferazione batterica.
  2. Esposizione a fonti di calore
    L’elevata temperatura scrotale, derivante da saune, bagni caldi prolungati, uso frequente di laptop in grembo o indumenti troppo stretti, può danneggiare la spermatogenesi e influire negativamente su motilità e morfologia degli spermatozoi.
  3. Consumo di sostanze tossiche
    L’abuso di alcol, fumo e droghe (soprattutto cannabis, cocaina e steroidi anabolizzanti) è associato a una significativa compromissione della funzione seminale. Anche il consumo moderato può interferire, in particolare nei periodi immediatamente precedenti all’esame.
  4. Infezioni in corso
    Anche infezioni sistemiche, come influenze o febbri, possono alterare temporaneamente la qualità dello sperma. In particolare, episodi febbrili elevati nelle settimane precedenti l’esame possono ridurre motilità e numero di spermatozoi.
  5. Assunzione di farmaci
    Numerosi farmaci interferiscono con la produzione, la motilità o la sopravvivenza degli spermatozoi. Tra i più noti: antibiotici, cortisonici, chemioterapici, antiepilettici, antiandrogeni, antidepressivi, farmaci per l’ipertensione. È fondamentale comunicare sempre al laboratorio qualsiasi terapia in corso.
  6. Fattori psico-fisici
    Lo stress acuto o cronico, così come la carenza di sonno, l’affaticamento e le condizioni di forte tensione emotiva, possono alterare l’equilibrio ormonale e compromettere la spermatogenesi.
  7. Alimentazione e stile di vita
    Una dieta squilibrata, povera di antiossidanti (come vitamina C, E, zinco e selenio) e ricca di grassi saturi o cibi processati può danneggiare la qualità seminale. Anche la sedentarietà, l’obesità e l’inattività fisica prolungata sono correlati a peggiori parametri spermatici.

In presenza di uno o più di questi fattori, il medico potrebbe consigliare di posticipare l’esame o di ripeterlo a distanza di tempo, per ottenere un campione rappresentativo delle condizioni reali del paziente. L’adozione di uno stile di vita sano è quindi raccomandata non solo come misura preventiva, ma anche come strategia per migliorare attivamente la qualità del liquido seminale e la fertilità.

La preparazione ideale del paziente

Una corretta preparazione del paziente prima della raccolta del liquido seminale è fondamentale per garantire la massima attendibilità dei risultati dello spermiogramma e della spermiocoltura. Spesso, errori o trascuratezze in questa fase possono portare a risultati alterati o non interpretabili, rendendo necessaria la ripetizione dell’esame e causando ansie o ritardi diagnostici evitabili.

Per questo motivo, è importante seguire con precisione le seguenti raccomandazioni:

  1. Astinenza sessuale controllata
    È necessario astenersi da rapporti sessuali, masturbazione o eiaculazione per un periodo compreso tra almeno 2 e non oltre 7 giorni prima dell’esame. Un’astinenza troppo breve o troppo lunga può influenzare negativamente quantità, motilità e concentrazione degli spermatozoi.
  2. Igiene intima accurata
    Prima della raccolta, è obbligatorio lavare accuratamente i genitali esterni (pene, prepuzio, glande e scroto) con acqua tiepida e sapone neutro, senza l’uso di disinfettanti aggressivi. Questa operazione riduce drasticamente il rischio di contaminazione batterica, fondamentale soprattutto in caso di spermiocoltura.
  3. Evitare l’uso di lubrificanti
    Durante la raccolta non devono essere utilizzati gel, oli, creme o saliva. Queste sostanze possono contenere agenti tossici per gli spermatozoi o introdurre elementi contaminanti, alterando l’esito dell’analisi.
  4. Comunicare eventuali terapie
    È essenziale informare il personale del laboratorio su eventuali terapie farmacologiche in corso, soprattutto se si stanno assumendo antibiotici, cortisonici, ormoni, integratori o farmaci cronici. Alcuni principi attivi possono influenzare direttamente i parametri seminali o falsare i risultati della spermiocoltura.
  5. Evitare attività stressanti
    Nelle 24–48 ore precedenti l’esame è consigliabile evitare attività fisica intensa, situazioni di stress psico-fisico o notti insonni, in quanto possono influenzare il bilancio ormonale e alterare transitoriamente la qualità dello sperma.
  6. Non cambiare improvvisamente abitudini
    Nei giorni che precedono l’esame è opportuno mantenere uno stile di vita regolare, evitando eccessi alimentari, uso di alcol, fumo o droghe, e mantenendo una buona idratazione. Cambiamenti bruschi possono influire negativamente sul metabolismo seminale.

Infine, si consiglia di leggere attentamente le istruzioni fornite dal laboratorio presso cui si effettua l’esame, in quanto potrebbero essere presenti richieste specifiche in base alle modalità organizzative della struttura o al tipo di test richiesto.

Una corretta preparazione non solo migliora la qualità del campione, ma evita falsi allarmi diagnostici e permette al medico di disporre di dati affidabili, utili per impostare il percorso clinico o terapeutico più adeguato.

Modalità di raccolta: in laboratorio e domiciliare

La modalità con cui viene raccolto il liquido seminale incide direttamente sulla qualità e l’affidabilità degli esami di laboratorio, specialmente per la spermiocoltura, che è estremamente sensibile alla contaminazione batterica. Per questo motivo, è fondamentale rispettare scrupolosamente le indicazioni fornite dal personale sanitario, sia che la raccolta avvenga in laboratorio, sia che venga eseguita a domicilio.

Raccolta in laboratorio

È la modalità più raccomandata, poiché consente un controllo rigoroso delle condizioni igieniche, della corretta procedura di raccolta e della tempestività nella consegna del campione, requisito essenziale per molte analisi. Il paziente viene fatto accomodare in un’area riservata e discreta, all’interno del laboratorio, e raccoglie il campione tramite masturbazione in un contenitore sterile fornito dalla struttura. Non devono essere usati lubrificanti, profilattici convenzionali né dispositivi non approvati, perché potrebbero contenere sostanze tossiche per gli spermatozoi o batterianti.

Vantaggi principali:

  • Raccolta immediatamente analizzabile (entro 30-60 minuti);
  • Ridotto rischio di contaminazioni ambientali;
  • Possibilità di assistenza del personale in caso di dubbi o difficoltà.

Raccolta a domicilio

È possibile solo in situazioni specifiche, ad esempio quando il paziente vive in prossimità del laboratorio o non può recarsi fisicamente in struttura. Tuttavia, questa opzione richiede grande attenzione e responsabilità da parte del paziente, per evitare che il campione si alteri durante il trasporto.

Le condizioni imprescindibili per una raccolta domiciliare valida sono:

  • Utilizzo di contenitore sterile fornito dal laboratorio o acquistato in farmacia;
  • Consegna entro 60 minuti dalla raccolta, meglio se in 30 minuti;
  • Mantenimento del campione a temperatura corporea (circa 37 °C), ad esempio trasportandolo in una tasca interna del giubbotto o avvolto in un panno vicino al corpo;
  • Evitare sbalzi termici, esposizione diretta a freddo, caldo o luce solare;
  • Annotare con precisione l’ora della raccolta sull’etichetta o sul modulo consegnato insieme al campione.

In caso di spermiocoltura, la raccolta a domicilio è fortemente sconsigliata, poiché il rischio di contaminazione aumenta in modo significativo, rendendo l’esame poco attendibile. In questi casi è meglio optare per la raccolta in laboratorio, o ripetere l’esame se il primo tentativo è stato compromesso.

In ogni circostanza, è essenziale raccogliere l’intero eiaculato, senza perdere la prima frazione, che è la più ricca in spermatozoi. Una raccolta parziale può invalidare completamente l’analisi o fornire risultati fuorvianti.

Precauzioni fondamentali per evitare contaminazioni

La contaminazione del campione seminale è uno dei principali fattori di errore nella spermiocoltura, ma può influire anche sulla qualità dello spermiogramma. Una contaminazione — anche minima — da batteri ambientali, cutanei o da sostanze esterne può compromettere la validità dei risultati, portare a falsi positivi, alterare i parametri seminali e, di conseguenza, influenzare negativamente la diagnosi o la scelta terapeutica.

Per questo motivo, è essenziale osservare con attenzione alcune precauzioni igienico-sanitarie, sia nella raccolta in laboratorio che in quella domiciliare:

  1. Lavaggio accurato dei genitali e delle mani
    Prima della raccolta, il paziente deve lavarsi accuratamente le mani e i genitali esterni con acqua tiepida e sapone neutro, insistendo soprattutto su glande, prepuzio e meato urinario. Non devono essere usati disinfettanti, talco, creme, deodoranti o salviette profumate, che possono alterare la flora batterica o danneggiare gli spermatozoi.
  2. Asciugatura con materiale pulito
    Dopo il lavaggio, è necessario asciugare con carta monouso o asciugamani puliti, per evitare la reintroduzione di microrganismi o residui presenti su asciugamani riutilizzati.
  3. Utilizzo esclusivo del contenitore sterile
    Il campione va raccolto esclusivamente nel contenitore sterile fornito dal laboratorio o acquistato in farmacia. Non devono mai essere utilizzati contenitori improvvisati (bicchieri, flaconi di uso comune, barattoli non sterili), nemmeno se ben lavati: il rischio di contaminazione è altissimo.
  4. Evitare il contatto del contenitore con superfici o mani
    Durante la raccolta, è fondamentale non toccare l’interno del contenitore e non appoggiarlo su superfici non sterili. Il contenitore va aperto solo al momento dell’eiaculazione, maneggiando solo l’esterno.
  5. Raccogliere l’intero eiaculato
    È indispensabile raccogliere tutta la quantità di liquido seminale, specialmente la prima frazione, che è la più ricca di spermatozoi e potenzialmente di microrganismi, nel caso di infezione. Una raccolta parziale rende il campione non valutabile.
  6. Chiusura e etichettatura del contenitore
    Dopo la raccolta, il contenitore deve essere chiuso ermeticamente e etichettato con nome, cognome, data e ora della raccolta. La mancata identificazione può comportare l’annullamento del campione.

Queste regole, semplici ma fondamentali, vanno seguite con particolare attenzione nel caso della spermiocoltura, dove anche una lieve contaminazione può far rilevare la presenza di batteri non correlati a un’infezione vera. In questi casi, il rischio è quello di ricevere una diagnosi sbagliata e di essere sottoposti a terapie antibiotiche inutili o inappropriate.

Conservazione e trasporto del campione

Dopo la raccolta del liquido seminale, la fase di conservazione e trasporto riveste un’importanza cruciale per la qualità e l’affidabilità degli esami di laboratorio. Il liquido seminale è una matrice biologica altamente sensibile a sbalzi termici, all’azione del tempo e a condizioni ambientali non controllate. Un campione mal conservato può alterare drasticamente parametri come la motilità, la vitalità, il pH e la flora batterica, compromettendo sia lo spermiogramma che la spermiocoltura.

Per garantire risultati attendibili, è fondamentale rispettare le seguenti indicazioni:

  1. Chiusura ermetica del contenitore
    Dopo la raccolta, il contenitore deve essere immediatamente chiuso con il tappo a vite, evitando ogni dispersione o evaporazione. Non deve fuoriuscire liquido né entrare aria o polvere. Il contenitore va maneggiato sempre dall’esterno e non deve essere riaperto.
  2. Etichettatura chiara e completa
    Il campione deve essere etichettato con nome, cognome, data e ora della raccolta. Queste informazioni sono essenziali per la tracciabilità e per valutare la validità temporale del campione. Alcuni laboratori possono fornire moduli da compilare contestualmente.
  3. Mantenimento della temperatura
    Il liquido seminale deve essere mantenuto a temperatura corporea (circa 37 °C) fino alla consegna. Questo può essere fatto trasportando il contenitore in una tasca interna, a contatto con il corpo, o avvolgendolo in un panno. L’uso di ghiaccio, borse termiche troppo fredde o il lasciarlo esposto al sole sono da evitare assolutamente.
  4. Tempi di consegna al laboratorio
    Il campione deve essere consegnato al laboratorio entro 30–60 minuti dalla raccolta. Prima si consegna, meglio è, soprattutto per l’analisi della motilità degli spermatozoi e per la ricerca di agenti patogeni vitali nella spermiocoltura. Campioni consegnati dopo tempi prolungati potrebbero non essere più analizzabili, in particolare per la vitalità e la mobilità spermatica, che iniziano a deteriorarsi già dopo 1 ora.
  5. Comunicare eventuali problemi
    In caso di ritardi, fuoriuscita del campione, dubbio sulla temperatura o sulla completezza della raccolta, è sempre bene informare il personale del laboratorio. In alcune situazioni, potrebbe essere consigliata una nuova raccolta.
  6. Trasporto sicuro e discreto
    Utilizzare sacchetti opachi o custodie dedicate può aiutare a trasportare il campione con maggiore riservatezza. Evitare urti, sbalzi di temperatura, esposizione alla luce o a fonti di calore (es. cruscotto dell’auto, termosifoni).

In caso di dubbi, è sempre preferibile raccogliere il campione direttamente in laboratorio, dove i tempi e le condizioni sono più facilmente controllabili. La corretta conservazione e il trasporto rapido sono essenziali per evitare la necessità di ripetere l’esame e per fornire al medico risultati realmente rappresentativi.

Errori comuni da evitare

La raccolta del liquido seminale è un’operazione apparentemente semplice, ma in realtà soggetta a numerosi errori che possono compromettere l’affidabilità dei risultati diagnostici. Anche piccoli accorgimenti trascurati possono determinare la necessità di ripetere l’esame, generare falsi positivi o negativi, o condurre a diagnosi errate. Per questo motivo, è fondamentale conoscere e prevenire i più comuni sbagli legati a questa procedura.

  1. Astinenza sessuale inadeguata
    Uno degli errori più frequenti è non rispettare il periodo di astinenza raccomandato, che deve essere compreso tra 2 e 7 giorni. Un’astinenza troppo breve può ridurre la concentrazione e il volume seminale, mentre un periodo troppo lungo può compromettere la motilità e aumentare la frammentazione del DNA spermatico.
  2. Raccolta parziale dell’eiaculato
    È essenziale raccogliere l’intero volume eiaculato, poiché la prima frazione contiene la maggior parte degli spermatozoi. Se questa viene persa (ad esempio, perché l’eiaculazione è avvenuta in parte fuori dal contenitore), il campione risulterà non valido e l’analisi sarà falsata.
  3. Utilizzo di contenitori inappropriati
    La raccolta deve essere eseguita esclusivamente in contenitori sterili, forniti dal laboratorio o acquistati in farmacia. L’uso di bicchieri, bottigliette o contenitori casalinghi, anche se “ben puliti”, introduce un alto rischio di contaminazione e può compromettere il risultato della spermiocoltura.
  4. Impiego di lubrificanti o saliva
    Durante la raccolta non devono essere utilizzati lubrificanti, oli, creme, né tantomeno saliva. Queste sostanze possono contenere agenti tossici per gli spermatozoi, modificare il pH o introdurre batteri estranei che interferiscono con l’analisi microbiologica.
  5. Contaminazione del contenitore
    Un errore spesso sottovalutato è toccare l’interno del contenitore o appoggiarlo su superfici non sterili. Il contenitore va tenuto chiuso fino al momento dell’uso, maneggiato solo dall’esterno e richiuso subito dopo la raccolta.
  6. Ritardo nella consegna del campione
    Consegne effettuate dopo 60 minuti dalla raccolta possono alterare la motilità e la vitalità degli spermatozoi e compromettere la validità microbiologica del campione. La tempestività è particolarmente importante per la spermiocoltura, dove anche 20–30 minuti in più possono falsare l’esito.
  7. Conservazione a temperatura non idonea
    Un errore critico è lasciare il contenitore in ambienti troppo freddi o troppo caldi, come il cruscotto dell’auto, vicino a termosifoni o in borsa sotto il sole. Il liquido seminale deve essere trasportato a temperatura corporea (circa 37 °C), preferibilmente vicino al corpo.
  8. Scarsa igiene personale prima della raccolta
    Non lavare i genitali prima della raccolta o farlo con detergenti non idonei può aumentare il rischio di contaminazione. Una corretta igiene con sapone neutro è sempre necessaria.
  9. Raccolta durante un’infezione o terapia antibiotica
    In presenza di febbre, infezioni attive o terapie antibiotiche in corso, l’esame potrebbe risultare falsato. È fondamentale informare il laboratorio e, se necessario, posticipare l’esame.

Evitare questi errori migliora significativamente la qualità del campione e consente di ottenere risultati più precisi, evitando ripetizioni inutili e permettendo una valutazione clinica più efficace.

Interpretazione dei risultati dello spermiogramma

L’interpretazione dello spermiogramma rappresenta un passaggio delicato e complesso, che richiede competenza specialistica e una visione integrata del quadro clinico. I dati ottenuti dall’analisi del liquido seminale non vanno mai letti in modo isolato, ma sempre contestualizzati in relazione all’età del paziente, alla sua storia clinica, allo stile di vita e agli eventuali sintomi o patologie associate.

Parametri principali e loro significato

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nell’ultima edizione delle linee guida (2021), ha aggiornato i valori di riferimento per la valutazione della fertilità maschile. Di seguito i parametri principali:

  • Volume dell’eiaculato: normale ≥ 1,4 ml
    Valori inferiori possono suggerire un’ostruzione delle vie seminali o un’alterazione delle ghiandole accessorie.
  • Concentrazione degli spermatozoi: normale ≥ 16 milioni/ml
    Valori inferiori indicano oligospermia; l’assenza di spermatozoi è definita azoospermia.
  • Numero totale di spermatozoi: normale ≥ 39 milioni per eiaculato
    Tiene conto sia del volume che della concentrazione.
  • Motilità totale: normale ≥ 42%
    Include sia spermatozoi mobili progressivi che non progressivi. Una bassa motilità è detta astenospermia.
  • Motilità progressiva: normale ≥ 30%
    È il dato più rilevante per la capacità fecondante.
  • Morfologia normale (secondo criteri di Kruger): ≥ 4%
    Percentuale di spermatozoi con forma normale. Un valore più basso (teratospermia) è associato a minore potenziale fecondante.
  • Vitalità: ≥ 58%
    Rappresenta la percentuale di spermatozoi vivi. Se motilità e vitalità sono entrambe basse, il danno seminale è più grave.
  • Leucociti: ≤ 1 milione/ml
    Valori superiori suggeriscono un’infiammazione o un’infezione.
  • pH: normale 7,2–8,0
    Un pH acido può indicare ostruzione; uno troppo alcalino può suggerire infezione.

Quando preoccuparsi?

Un singolo parametro alterato non implica automaticamente infertilità. La fertilità è il risultato di un insieme di fattori, e spesso uomini con valori “borderline” riescono comunque a concepire. Viceversa, anche con un esame apparentemente nella norma, possono esistere difficoltà procreative.

È importante sottolineare che:

  • Lo spermiogramma è una fotografia momentanea, influenzata da variabili ambientali e fisiologiche;
  • Due o più analisi anomale a distanza di 2–3 settimane in condizioni identiche sono necessarie per una valutazione più precisa;
  • L’interpretazione deve essere eseguita da un andrologo o medico specialista in medicina della riproduzione, che potrà suggerire approfondimenti o terapie se necessario.

Lo spermiogramma è anche il punto di partenza per eventuali esami di secondo livello: test di frammentazione del DNA spermatico, test funzionali, ecografie testicolari, dosaggi ormonali e analisi genetiche.

Interpretazione dei risultati della spermiocoltura

L’interpretazione della spermiocoltura richiede particolare cautela, poiché l’analisi microbiologica del liquido seminale può risultare alterata da numerosi fattori, tra cui una raccolta non sterile, una conservazione impropria o l’assunzione recente di antibiotici. Non tutte le crescite batteriche indicano la presenza di un’infezione attiva: in molti casi si tratta di colonizzazioni innocue o contaminazioni accidentali.

Cosa può emergere da una spermiocoltura?

Il referto può riportare:

  • Assenza di crescita microbica (“spermiocoltura negativa”): è l’esito ideale, che esclude infezioni batteriche evidenti.
  • Presenza di crescita batterica significativa: indica una carica batterica superiore al valore soglia (di solito >10⁴ o >10⁵ UFC/ml – unità formanti colonie), compatibile con infezione in corso.
  • Crescita batterica non significativa: presenza di batteri in bassa quantità o tipici della flora contaminante, spesso non indicativa di patologia.
  • Presenza di più microrganismi diversi (flora mista): frequente nelle contaminazioni, raramente associata a infezione vera e propria.

Quali microrganismi vengono comunemente isolati?

Tra i più comuni:

  • Escherichia coli: batterio intestinale responsabile di molte prostatiti e orchi-epididimiti.
  • Enterococcus faecalis, Proteus, Klebsiella, Pseudomonas: patogeni opportunisti associati a infezioni persistenti.
  • Ureaplasma urealyticum e Mycoplasma hominis: batteri atipici spesso silenti, ma potenzialmente coinvolti in infiammazioni croniche.
  • Chlamydia trachomatis: batterio intracellulare, spesso rilevabile solo con metodi molecolari (PCR).
  • Candida albicans o altre specie fungine: in soggetti immunocompromessi o dopo antibiotici prolungati.

Il ruolo dell’antibiogramma

Quando viene identificato un batterio patogeno, il laboratorio esegue l’antibiogramma, un test che valuta la sensibilità e resistenza del microrganismo agli antibiotici. I risultati sono riportati come:

  • S (Sensibile): il batterio è eliminabile con l’antibiotico.
  • R (Resistente): l’antibiotico è inefficace.
  • I (Intermedio): efficacia ridotta o incerta.

L’antibiogramma è essenziale per impostare una terapia mirata, evitando trattamenti inutili o dannosi. La scelta dell’antibiotico, tuttavia, spetta sempre allo specialista, che valuterà anche sintomi, storia clinica e possibili effetti collaterali.

Quando trattare e quando no?

Non tutte le positività richiedono terapia. Un trattamento è giustificato se:

  • Il paziente ha sintomi (dolore, febbre, disturbi minzionali, eiaculazione dolorosa);
  • Sono presenti leucociti nel liquido seminale;
  • Il batterio isolato è noto per causare infertilità o infiammazione cronica;
  • La coltura è altamente positiva e ripetutamente confermata.

In assenza di sintomi, molte colture positive vengono tenute sotto osservazione, evitando l’uso indiscriminato di antibiotici.

Quando ripetere l’esame

Ripetere l’esame del liquido seminale può rendersi necessario in numerose circostanze. Lo spermiogramma, in particolare, è soggetto a variabilità fisiologica anche in soggetti sani: fattori come lo stress, la dieta, le infezioni transitorie, l’assunzione di farmaci o l’esposizione a temperature elevate possono influenzare i parametri seminali in modo temporaneo.

Spermiogramma: quando va ripetuto?

La ripetizione dello spermiogramma è raccomandata nei seguenti casi:

  • Esito alterato: se uno o più parametri risultano fuori dai valori di riferimento, è necessario ripetere l’esame a distanza di almeno 15-20 giorni, dopo aver rispettato la stessa durata di astinenza sessuale e condizioni di raccolta simili. Solo due o più esami anomali confermano una reale disfunzione seminale.
  • Dubbio sulla raccolta: se il campione è stato raccolto in modo incompleto, fuori tempo massimo, senza rispettare le indicazioni igieniche o con contenitore non idoneo, il referto può essere falsato e va ripetuto.
  • Monitoraggio terapeutico: nei pazienti sottoposti a terapie per migliorare la fertilità (farmaci, chirurgia per varicocele, cambiamenti nello stile di vita), il test viene ripetuto ogni 2–3 mesi per valutare i miglioramenti.
  • Prevenzione post-esposizione: dopo trattamenti tossici per la fertilità (chemioterapia, radioterapia), è utile valutare a distanza l’effetto sul liquido seminale e, se necessario, valutare la crioconservazione preventiva.
  • Controllo post-vasectomia: lo spermiogramma va eseguito almeno 8–12 settimane dopo l’intervento, per confermare l’assenza di spermatozoi.

Spermiocoltura: quando ripeterla?

Nel caso della spermiocoltura, è consigliabile ripetere l’esame se:

  • Il risultato è positivo, ma in assenza di sintomi o segni di infezione (come leucociti nello sperma), per escludere una contaminazione;
  • Il paziente è stato sottoposto a terapia antibiotica, per verificarne l’efficacia (dopo 7–10 giorni dalla fine del trattamento);
  • Il campione è stato raccolto in modo non sterile, oppure è stato trasportato in modo scorretto (superando i tempi consigliati o con sbalzi termici);
  • Persistono sintomi sospetti, anche se la prima coltura è risultata negativa (in questi casi si può affiancare una PCR per microrganismi difficili da coltivare, come Chlamydia o Mycoplasma).

In entrambi gli esami, la ripetizione è giustificata solo se c’è un sospetto clinico o un’indicazione precisa: eseguire test a intervalli troppo ravvicinati, senza una vera motivazione, non migliora la qualità della diagnosi e può generare ansia inutile.

Considerazioni finali e consigli utili

La raccolta del liquido seminale per spermiogramma e spermiocoltura rappresenta una fase cruciale nel percorso diagnostico della fertilità maschile e della salute uro-genitale. Sebbene possa sembrare un procedimento semplice, la sua corretta esecuzione richiede attenzione, igiene e consapevolezza. Ogni fase – dalla preparazione del paziente alla raccolta, dalla conservazione al trasporto – incide direttamente sulla qualità del campione e, quindi, sull’attendibilità dei risultati.

Un esame svolto in modo scorretto può condurre a:

  • diagnosi sbagliate;
  • trattamenti inutili (soprattutto antibiotici);
  • ansie immotivate nella coppia;
  • costi aggiuntivi dovuti alla necessità di ripetere l’indagine.

Consigli pratici da ricordare

  • Segui attentamente le istruzioni del laboratorio: ogni struttura potrebbe avere indicazioni specifiche.
  • Raccogli il campione in un ambiente tranquillo, senza fretta e in condizioni di privacy.
  • Mantieni un’astinenza sessuale controllata (2–7 giorni).
  • Assicura un’igiene intima accurata prima della raccolta.
  • Usa esclusivamente contenitori sterili e maneggiali correttamente.
  • Trasporta il campione entro 60 minuti, alla giusta temperatura e ben identificato.
  • Non sottovalutare un referto alterato, ma affidati sempre a uno specialista per l’interpretazione.

Infine, è importante ricordare che lo spermiogramma e la spermiocoltura non vanno considerati come giudizi definitivi sulla fertilità o sulla salute dell’uomo, ma come strumenti diagnostici da inserire in un contesto clinico più ampio. La medicina della riproduzione è un campo complesso, dove numerosi fattori – ormonali, anatomici, infettivi, ambientali e psicologici – possono interagire.

Affrontare l’esame con serenità, preparazione e consapevolezza è il primo passo per ottenere risultati utili e per intraprendere, se necessario, un percorso diagnostico o terapeutico mirato ed efficace.

Bibliografia

Vedi le fonti utilizzate
  1. World Health Organization (2021). WHO Laboratory Manual for the Examination and Processing of Human Semen, 6th Edition. Geneva: WHO Press.
  2. EAU Guidelines on Male Infertility (2024). European Association of Urology.
  3. Jarow JP et al. (2011). Evaluation of the Azoospermic Male. Urology, 77(3): 495–501.
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  6. Jungwirth A et al. (2018). Management of male infertility: EAU guidelines. European Urology, 73(4): 598–604.
  7. Centers for Disease Control and Prevention (CDC). (2023). Sexually Transmitted Diseases Treatment Guidelines.
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